Il microbioma dipende dall’età
Il microbioma subisce delle variazioni legate alla nostra età. Possiamo pensare al nostro microbioma come ad una specie di carta di identità, unica per ciascuno di noi, capace di rivelare molte informazioni preziose sul nostro conto. A cominciare dall’età.
E’ evidente che il microbioma di un bambino presenta una composizione diversa rispetto al microbioma di un uomo anziano. Si è visto che nel grembo materno il nascituro è pressoché sterile, quasi totalmente privo di batteri. Diversi studi dimostrano che già dopo quattro giorni dalla nascita il microbioma intestinale nel neonato cambia. Il tipo di parto determina la qualità e la quantità dei batteri che colonizzano l’intestino del bambino. Durante il parto naturale, il neonato entra in contatto con l’immensa popolazione batterica presente nel tratto vaginale della madre. Questo primo contatto favorisce lo sviluppo delle difese immunitarie del bambino. I bambini nati con taglio cesareo invece presentano un microbioma sovrapponibile a quello materno solamente a livello cutaneo, non vaginale. Si è visto infatti che i bambini nati da cesareo sono più esposti a soffrire di coliche gassose nei primi mesi di vita e di colon irritabile in età adulta.
Anche la modalità di allattamento è fondamentale nella composizione del microbioma. L’allattamento al seno per almeno 6 mesi permette al bambino di sviluppare tra il 90 e il 99% di bifidobatteri in più. Tale percentuale scende drasticamente al 68% con la somministrazione di latte artificiale. Nel primo anno di vita la composizione del microbioma cambia rapidamente e si arricchisce grazie all’interazione con l’ambiente esterno. Dal secondo anno di vita in poi, il microbioma intestinale del bambino somiglia sempre di più a quello di un adulto e comincia a stabilizzarsi.
La colonizzazione che avviene nei primi anni di vita influenza la composizione del microbiota in età adulta. Il microbioma comunque è in continuo mutamento. Sono molteplici i fattori che possono influenzarlo: alimentazione, stress, ambiente, patologie, farmaci, situazioni ormonali. Tuttavia queste variazioni, con l’avanzare dell’età diventano molto più lente. L’invecchiamento dunque si accompagna ad un processo di immunosenescenza e ad una perdita della biodiversità del microbioma intestinale. Questo progressivo indebolimento del sistema immunitario favorisce lo sviluppo di uno stato di infiammazione cronica.
Numerosi studi confermano il ruolo fondamentale del microbioma intestinale nel prevenire e contrastare l’infiammazione cronica legata all’invecchiamento o ad altre condizioni di fragilità. Nello specifico, si è visto che probiotici e prebiotici sono alleati preziosi per la salute del microbioma intestinale dell’anziano. Favoriscono il ripristino della biodiversità della flora batterica e supportano il sistema immunitario con una conseguente riduzione degli stati infiammatori.
Per concludere, la medicina rigenerativa e antiaging che si occupa di prevenire l’insorgere della malattia e contrastare gli effetti dell’invecchiamento non può prescindere dallo studio del microbioma.