Arrosto di tacchino alle erbe aromatiche e melagrana

Gustose e leggere ricette ideate dalla food blogger Silvia Musajo con la collaborazione del dott. De Nobili, massimo esponente italiano di medicina potenziativa, esperto in medicina antiaging, dietetica e nutrizione.

Anche a Natale è possibile accontentare il palato senza esagerare con le calorie, strizzando l’occhio alla salute.

La carne di tacchino, privata della pelle, è molto povera di grassi, il petto (o fesa) è particolarmente indicato per l’alimentazione di chi segue una dieta ipocalorica o vuole controllare i livelli di colesterolo. È un’eccellente fonte proteica e contiene ferro altamente biodisponibile.

La melagrana è un bellissimo frutto intensamente colorato di rosso, che non solo si presta ad essere utilizzato per decorare la tavola durante il periodo natalizio, ma fa anche molto bene alla salute.

La melagrana è ricchissima di antiossidanti, contiene acido ellagico, tannini e polifenoli per cui le sono riconosciute proprietà antitumorali e antibatteriche.

Con la ricetta dell’arrosto di tacchino alle erbe e melagrana vogliamo darvi l’ispirazione per un appetitoso e sano pranzo di Natale, e augurarvi le più felici Feste!

Ingredienti per 6 persone

  • Mezza fesa di tacchino da circa 800 gr
  • 100 gr di melagrana già sgranata
  • 30 ml di vino bianco
  • 3 cucchiai di olio evo
  • Un rametto di rosmarino
  • Un rametto di timo
  • 2 foglie di salvia
  • 1/4 di spicchio d’aglio
  • 4 pizzichi di sale
  • 2 pizzichi di pepe bianco
  • 2 cucchiai di Porto rosso

Procedimento

Legate la fesa di tacchino con lo spago da cucina in modo da fargli tenere la forma in cottura e tagliarlo più facilmente una volta pronto.

Tritate sottilmente l’aglio con le erbe aromatiche precedentemente lavate e asciugate, trasferitele poi in una ciotola.

Aggiungete alle erbe tritate il sale, il pepe e mescolate.

Pennellate l’arrosto di tacchino con un cucchiaio di olio evo, cospargetelo e massaggiatelo con le erbe.

Mettete sul fuoco una casseruola antiaderente e fate colorire a fiamma alta l’arrosto di tacchino da tutti i lati in modo da sigillare la carne, quindi sfumate con il vino bianco.

Abbassate la fiamma al minimo e aggiungete i rimanenti due cucchiai d’olio evo, coprite la casseruola con un coperchio e fate cuocere per un’ora girando la carne di tanto in tanto.

Frullate la melagrana e passate il composto ottenuto attraverso un colino a maglie sottili, conservate solo il succo.

Quando l’arrosto avrà ultimato la cottura, (se disponete di un termometro da cucina, la temperatura al cuore dovrà essere di 75°C), alzate la fiamma e sfumate velocemente con il Porto.

Abbassate nuovamente la fiamma al minimo e aggiungete il succo di melagrana, attendete un minuto e spegnete.

Prelevate la carne dalla pentola, avvolgetela in un foglio di alluminio e lasciatela riposare per circa 10 minuti, raccogliete il sugo dalla casseruola versandolo in una salsiera e tenetelo in caldo.

Tagliate la carne a fette non troppo sottili e disponetele su un piatto da portata, finite decorando con rametti di rosmarino e chicchi di melagrana.

Servite l’arrosto di tacchino alle erbe e melagrana accompagnato dal suo sugo a parte.

DIETA CHETOGENICA: molto più di una dieta, un protocollo terapeutico

Spesso dibattuta, la dieta chetogenica è uno strumento dalle numerose potenzialità: impiegata nel dimagrimento, ma anche nel trattamento di disordini metabolici come il diabete di tipo II, le dislipidemie e le malattie cardiovascolari.

Questo particolare regime alimentare basa la sua efficacia sulla capacità del nostro organismo di utilizzare le riserve di grasso come primaria fonte di energia quando diminuisce la disponibilità di glucosio. La dieta chetogenica infatti si articola fondamentalmente su due principi: la riduzione drastica del consumo di carboidrati e la restrizione calorica, che solitamente si attesta intorno alle 800/900 kcal. Erroneamente viene spesso confusa con una dieta iperproteica e dall’elevato tenore di grassi animali. In realtà non è affatto così: si tratta piuttosto di una dieta ipocalorica in cui la quota proteica, che deve avere preferibilmente un alto valore biologico, viene mantenuta entro livelli fisiologici per preservare la massa muscolare.

È così possibile ottenere non soltanto una perdita di peso, ma raggiungere un dimagrimento effettivo a carico della massa grassa e non di quella magra, che invece non viene intaccata. Per sopperire alla mancanza di zucchero, grazie ad un processo di beta-ossidazione, il fegato produce delle molecole chiamate chetoni. Tali sostanze hanno un effetto euforizzante in grado di contrastare la sensazione di stanchezza e inibire la fame, che generalmente scompare dopo il 2°-3°giorno permettendo, nella maggior parte dei casi, di portare a termine la dieta con successo.

Naturalmente, come tutte le diete, anche la dieta chetogenica deve essere effettuata su indicazione del medico che personalizza il protocollo in base alle esigenze del paziente e deve essere seguita solo per brevi periodi. In linea di massima, la quota proteica corrisponde a 1-1,5 gr per kg di peso corporeo e oscilla tra i 50 e i 120 gr giornalieri. Mentre l’apporto di grassi è compreso tra i 20 e i 60 gr. Sono da preferire i cibi contenenti grassi insaturi come l’olio extravergine di oliva, la frutta secca e il pesce; mentre è opportuno limitare il consumo di carni grasse, formaggi stagionati e insaccati.

Occorre inoltre sfatare la leggenda metropolitana secondo la quale durante la dieta chetogenica i carboidrati vengono del tutto eliminati. Solitamente si tende a conservare una quota minima pari a 40-50 gr giornalieri in modo tale da evitare un eccessivo abbassamento del metabolismo basale e scongiurare l’effetto rebound, ossia il recupero di tutti i chili persi.

Grazie alla pluralità di vantaggi che offre, questo tipo di dieta risulta efficace in diverse situazioni. La rapidità dei risultati (si stima un calo medio di 1-1.5 kg a settimana), il mantenimento della massa muscolare e la riduzione del senso di fame rendono la dieta chetogenica particolarmente indicata nei casi di obesità e sovrappeso.

È un valido strumento terapeutico nelle persone affette da malattie metaboliche associate ad insulino-resistenza quali dislipidemie, diabete di tipo II e iperglicemia.

Inoltre, grazie al ridotto apporto di zuccheri, riduce il rischio di sviluppare stati infiammatori cronici, responsabili di patologie come il cancro, malattie muscoloscheletriche e neurodegenerative. Alcuni studi in corso rivelano una possibile applicazione della dieta chetogenica nel trattamento di patologie a carico del sistema nervoso come il Parkinson, grazie ad un abbassamento dei livelli di stress ossidativo, e l’Alzheimer, grazie alla capacità dei corpi chetonici di limitare i danni cellulari.